Una raccolta di libri del 500 della Biblioteca Diocesana di Montevergine

Una raccolta di libri del 500 della Biblioteca Diocesana di Montevergine

Una raccolta di libri del 500 della Biblioteca Diocesana di Montevergine

(di Domenico D. De Falco)

È attualmente in corso presso la Biblioteca Diocesana di Montevergine un progetto di catalogazione di un piccolo fondo di libri del Cinquecento, provenienti dalla dipendenza del Monastero di San Pietro di Assisi. Questo progetto rientra in un più vasto programma di potenziamento e valorizzazione della biblioteca, fortemente voluto dall’attuale direttore, dom Carmine Allegretti, e dall’abate in carica, padre Riccardo Guariglia.

La Diocesana di Montevergine è una biblioteca “viva”; può contare su una raccolta di più di 20000 volumi a stampa, che riesce ad incrementare abbastanza regolarmente partecipando ogni anno ai bandi pubblici della Conferenza Episcopale Italiana. Ha un suo “avamposto” in rete attraverso il sito web (www.bibliotecadiocesanadimontevergine.it) ed è anche presente sul canale social Facebook, nella consapevolezza che la comunicazione della propria esistenza e delle proprie attività deve essere per forza di cosa differenziata per cercare di intercettare i potenziali utenti delle diverse fasce d’età.

Una parte cospicua della dotazione della Biblioteca Diocesana di Montevergine è costituita dalla “donazione Tamburrino”: si tratta di più di 5000 volumi che monsignor Francesco Pio Tamburrino, già abate di Montevergine nel periodo 1989-1998 e poi arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino fino al 2014, ha voluto donare alla Biblioteca Diocesana di Montevergine quale segno tangibile di affetto e in ricordo dei suoi fervidi anni trascorsi alla guida della Diocesi di Montevergine.

La Biblioteca Diocesana di Montevergine aderisce già da tempo alla rete nazionale SBN Web, collegata al Polo della Biblioteca Nazionale di Napoli; le notizie bibliografiche dei suoi fondi librari sono pertanto agevolmente consultabili in rete attraverso il catalogo nazionale sbnonline, ma anche attraverso il catalogo del Polo NAP e soprattutto attraverso il suo proprio catalogo al quale si accede dal sito web della Biblioteca (Polo SBN di Napoli – OPAC – Catalogo online delle biblioteche del Polo di Napoli (bnnonline.it).

Come si diceva in epigrafe, da poco si è dato avvio alla catalogazione delle edizioni del Cinquecento possedute dalla Biblioteca. Si tratta di poco più di 100 esemplari, molti dei quali stampati in Italia. Benché il lavoro sia per ora solo all’inizio, si delinea già una raccolta molto importante, tematica – per quanto possa coerentemente esserlo un fondo di libri antichi – perché riguardante soprattutto argomenti di carattere religioso, in senso lato. Si prevede di portare a compimento il progetto di catalogazione e di riuscire a trarre da questo intenso ma esaltante lavoro anche un catalogo a stampa entro la primavera del prossimo anno.

Tra i primi esemplari inseriti in SBN e consultabili negli opac, di grande interesse è senz’altro un’edizione del 1510, stampata a Basilea presso Johann Amerbach, degli Statuta dell’ordine dei Certosini, curata da Guigo de Castro Novo, morto nel 1137, quinto priore della Gran Certosa. Questo esemplare presenta una bella copertina in cuoio marrone, su piatti di cartone; il piatto anteriore ha qualche lacerazione, ma presenta tre lettere impresse in oro, C P M, che si svolgono in Cartusiae Paradisi Mariae (una sede certosina tedesca), mentre sul dorso, al secondo dei 5 compartimenti usualmente divisi dai nervi in rilievo, è riportato, com’era consuetudine dell’epoca, il titolo, anch’esso in oro e in forma abbreviata, Statuta ord. Cartus. Immediatamente sotto il titolo, che occupa la metà superiore del frontespizio, si legge una nota manoscritta di tal frater Nicolaus, vissuto nel secolo XVIII (si leggono solo le prime due cifre dell’anno, 17..), che si è preso anche l’onere (la mano è chiaramente la stessa) di tracciare alcune iniziali in inchiostro rosso negli spazi capitali vuoti, non tutti con le letterine guida. Ad eccezione di alcune macchie d’umido e qualche lieve muffa, questo libro si presenta in buone condizioni, nonostante sia stato in passato uno strumento di studio e dunque un oggetto d’uso quotidiano, come è dimostrato dalle note di attenzione manoscritte, peraltro confinate nella parte iniziale, come se lo studio di questi Statuta si fosse improvvisamente interrotto dalla seconda metà in poi. Si tratta in ogni caso di quelle testimonianze del passato che i libri – specialmente quelli antichi – offrono in grande quantità agli studiosi delle epoche successive, che specialmente i bibliotecari possono cogliere nel loro lavoro quotidiano e questo è il bello dell’essere un bibliotecario del libro antico! In questo volume sono comprese inoltre 4 incisioni xilografiche, la prima delle quali, a carta A2r riassume in 9 quadri l’origine della fondazione dell’ordine dei certosini: a mo’ di incipit viene citato il Salmo 55, versetto 8 (Ecco, errando, fuggirei lontano, / abiterei nel deserto) e non manca naturalmente qualche fioretto su san Bruno, fondatore dell’ordine.

Statuta dell’ordine dei Certosini

Molto volentieri daremo conto, nel corso dell’esecuzione di questo progetto, di altre interessanti “scoperte” in cui sicuramente ci imbatteremo. Qui vogliamo soltanto citare un’altra edizione, anche questa come la precedente tra le poche non italiane, dei Consilia di Niccolò Tedeschi, famoso arcivescovo e giurista siciliano (era detto il Panormitano), morto a Palermo nel 1445. Si tratta di un’edizione stampata a Lione nel 1537, importante perché censita in Italia soltanto in 2 biblioteche, la Biblioteca della Basilica di San Francesco di Paola (Cosenza) e la Biblioteca Diocesana di Montevergine; nelle biblioteche estere se n’è trovata traccia in Francia, nella Biblioteca dell’Università di Tolosa e nella Bibliothèque Municipale di Lione, che ne ha tratto una copia digitale liberamente consultabile in rete.

Su tutti i volumi di questo piccolo fondo di cinquecentine compare un timbro di appartenenza della Biblioteca abbaziale di San Pietro di Assisi, declinato in diverse forme, di cui la più interessante di tutte quelle finora censite è in latino e recita Bibliotheca monasterii S.ti Petri de Assisio, un grazioso timbro di forma ovale in inchiostro blu.

Una raccolta di libri del 500 della Biblioteca Diocesana di Montevergine – (di Domenico D. De Falco)